Teatro Bellini
DAL 10 AL 22 MAGGIO
KOBANE CALLING ON STAGE
tratto da Kobane calling di ZEROCALCARE edito da BAO Publishing
un progetto di Lucca Crea a cura di Cristina Poccardi e Nicola Zavagli
adattamento e regia Nicola Zavagli
con Massimiliano Aceti, Luigi Biava, Fabio Cavalieri, Francesco Giordano, Carlotta Mangione, Alessandro Marmorini, Davide Paciolla, Lorenzo Parrotto, Cristina Poccardi, Marcello Sbigoli e con giovani attori della compagnia Teatri d’Imbarco
musiche originali Mirko Fabbreschi
Kobane Calling è un fumetto dell’autore italiano Zerocalcare: un reportage in forma grafica del viaggio che ha lo ha portato al confine tra la Turchia e la Siria a pochi chilometri dalla città assediata di Kobanê, tra i difensori curdi del Rojava, opposti alle forze dello Stato Islamico. Un atto di solidarietà verso chi ogni giorno in Siria mette a rischio la propria vita, nato nell’ambito di Lucca Comics&Games su impulso del regista e drammaturgo Nicola Zavagli, che da anni persegue con l’attrice Beatrice Visibelli e la compagnia Teatri d’Imbarco un teatro popolare d’arte civile. Dopo aver venduto cento ventimila copie in Italia ed essere stato tradotto in francese, inglese, spagnolo, tedesco, portoghese e norvegese, Kobane Calling è diventato un atipico documentario teatrale. Uno spettacolo che non spettacolarizza la guerra, ma la racconta grazie a una originalissima commistione di linguaggi. È un vero e proprio atto d’amore del teatro nei confronti del mondo poetico e comicissimo dell’autore, non è solo la trasposizione di una graphic novel, ma un’opera inedita che, partendo dalle pagine del fumetto, le trasforma sul palcoscenico in un autentico cortocircuito di emozioni, perchè racconta con spietata leggerezza la verità brutale di un conflitto troppo spesso dimenticato. Un lavoro che si mantiene pericolosamente in bilico tra cronaca del nostro tempo e l’immaginario fumettistico.
Durata 90 minuti
(SALA PUICCOLO TEATRO BELLINI )
19/20 MAGGIO
WATER
coreografie Gianni Wers
interpreti Iacopo Franceschini, Alessandra Ruggeri, Marta Paoli, Domenico Tucci, Melissa Falaschi, Simona Grilli, Domenico Tucci
compagnia Soulscapes Dance Collective
musiche Loscil
content creator Massimo Hu
genere Hip-hop, house
Water è l’esperienza emotiva di sei ballerini di hip-hop e house che, attraverso il linguaggio diretto ed esaltante del coreografo e ballerino Gianni Wers, portano in scena il flusso delle umane emozioni , sensazioni e pensieri visionari in una connessione viscerale tra psiche, movimento e suono. Uno spettacolo travolgente che svela gli angoli più remoti della personalità e che mette a nudo l'essere umano attraversando ogni fase esistenziale tra contrasti, rifiuti e accettazione per ritrovare il fluire naturale del proprio percorso. Water è l’intimo rapporto, la correlazione tra l’elemento acqua e la condizione umana: il dolce fluire, l'improvviso arrestarsi di fronte agli ostacoli e la capacità di aggirarli.
Durata 45 minuti
Lo spazio dedicato all'hip-hop aumenta e questa volta gli appuntamewnti sono 4. Due compagnie dirette da artisti del calibro di e Gianni Eligiano aka Wers, storico bboy e writer della celebre crew Treeboo Dancers e Fritz Zamy, coreografo e danzatore haitiano padre dell' house dance italiana entrambi vincitori di numerosi riconoscimenti internazionali.
(SALA PICCOLO TEATRO BELLINI )
21/22 MAGGIO
L'EGO
coreografie Fritz Zamy
compagnia Training Experience Dance Company
genere Hip-hop, house
L’ego è l'ultima creazione di hip hop firmata dal danzatore e coreografo haitiano icona dell'house Fritz Zamy che suggerisce una riflessione contemporanea sul nostro ego, inteso come la maschera che ognuno di noi indistintamente porta sul viso. Ci nascondiamo, ci camuffiamo per relazionarci con la realtà e con gli altri e finiamo per non riconoscerci più. Una maschera in grado
di dare un senso illusorio di identità. Dj set live.
Durata 45 minuti
Lo spazio dedicato all'hip-hop aumenta e questa volta gli appuntamewnti sono 4. Due compagnie dirette da artisti del calibro di Fritz Zamy, coreografo e danzatore haitiano padre dell' house dance italiana e Gianni Eligiano aka Wers, storico bboy e writer della celebre crew Treeboo Dancers, entrambi vincitori di numerosi riconoscimenti internazionali.
DAL 24 AL 29 MAGGIO
IL GIARDINO DEI CILIEGI
di Anton Pavolovič Čechov
uno spettacolo di Alessandro Serra
con Arianna Aloi (Duniaša), Andrea Bartolomeo (Jaša), Marta Cortellazzo Wiel (Anja), Massimiliano Donato (Epichodov), Chiara Michelini (Carlotta), Felice Montervino (Trofimov), Paolo Musio (Gaiev), Massimiliano Poli (Simeonov-Piščik), Miriam Russo (Varja), Marco Sgrosso (Lopachin), Valentina Sperlì (Ljubov'), Bruno Stori (Firs).
regia, drammaturgia, scene, luci, costumi Alessandro Serra
Dopo il suo ancestrale e pluripremiato Macbettu, Alessandro Serra affronta quella che lui stesso definisce "la più grande partitura sinfonica per anime mai scritta”, Il Giardino dei Ciliegi l'ultima opera di Čhecov. La prima rappresentazione del testo, nel 1904, fu diretta da Stanislavskij e Nemirovič-Dančenko e un aneddoto racconta che Čechov trasecolò nel vedere allestita come una tragedia, ossia privata dei numerosi segni della farsa di cui l'aveva disseminata, quella che lui aveva concepito come una commedia. Quest'episodio costituisce la riprova della grande ambiguità dell'opera, che Alessandro Serra asseconda con una regia magnetica, dall'architettura scenica e sonora raffinatissima. Nelle sue mani, le difficoltà dell’aristocratica russa Liuba e della sua famiglia alle prese con il tentativo di salvare la proprietà di famiglia dall'asta, metafora dell'irreversibile tramonto di un'epoca, diventano un affresco esistenziale dalla cifra lieve e a tratti surreale. I dodici straordinari attori si muovono su una scena minimalista e restituiscono il sentimento che pervade l'opera, che il regista definisce come «qualcosa di indissolubilmente legato all’infanzia, [...] Un valzerino allegro in una commedia intessuta di morte. Comicità garbata, mai esibita, perfetto contrappunto in un’opera spietata e poetica. I personaggi ridono e si commuovono spesso, il che non significa che si debba piangere davvero, è piuttosto uno stato d’animo, scrive Čechov in una lettera, che deve trasformarsi subito dopo in allegria».
Durata 1 ora e 55 minuti
(SALA PICCOLO TEATRO BELLINI )
DAL 24 AL 29 MAGGIO
IL COLLOQUIO
progetto e regia Eduardo Di Pietro
con Renato Bisogni, Alessandro Errico, Marco Montecatino
aiuto regia Cecilia Lupoli
costumi Federica Del Gaudio
organizzazione Martina Di Leva
residenza per artisti nei territori - Teatro Due Mondi, Faenza
Il Colloquio prende ispirazione dal sistema di ammissione ai colloqui periodici con i detenuti presso il carcere di Poggioreale, Napoli.
In scena, tra tanti altri in coda, troviamo tre donne che attendono stancamente l’inizio degli incontri con i detenuti. Portano oggetti da recapitare all’interno, una di loro è incinta: in maniera differente desiderano l’accesso al luogo che per ognuna custodisce un legame. La galera, un luogo alieno, in larga parte ignoto ed oscuro, si rivela un riferimento quasi naturale, oggetto intermittente di desiderio e, paradossalmente, sede di libertà surrogata. In qualche modo la reclusione viene condivisa all’esterno dai condannati e per le tre donne, che se ne fanno carico, coincide con la stessa esistenza: i ruoli maschili si sovrappongono alle vite di ciascuna, ripercuotendosi fisicamente sul corpo, sui comportamenti, sulle attività, sulla psiche. Nella loro realtà, la detenzione è una fatalità vicina – come la morte, – che deturpa l’animo di chi resta. Pare assodato che la pena sia inutile o ingiusta. Tra scontri e avvicinamenti drammatici e in una dinamica dai picchi comici irresistibili, lo spettacolo ci dà la misura di quanto, per ognuna delle tre donne, il carcere sia una fatalità vicina, come la morte, che ne deturpa l’anima. Il Collettivo LunAzione, già semifinalista per il Premio Scenario 2017 con AVE, con Il Colloquio vince il Premio Scenario Periferie 2019, è finalista a In-Box 2021 e ha vinto al Premio Fersen alla regia nel 2021.
Durata 60 minuti