Teatro Sannazaro
MERCOLEDI' 11 OTTOBRE 2023
TEATRO SANNAZARO
Concerto inaugurale
ALEXANDER GADJEV, pianoforte
BALCONE A 3 PIAZZE
Di Mirko Setaro E Francesco Velonà
Con Biagio Izzo, Mario Porfito, Carla Ferraro, Roberto Giordano, Adele Vitale, Ciro Pauciullo
Regia Pino L’abbate
Musiche Antonio Caruso Costumi Federica Calabrese Scene Massimo Comune Luci Luigi Raia
Napoli. Antivigilia di Natale. Un’insolita bufera ha interrotto tutti i collegamenti col resto dell’Italia. A causa della bufera, Alfredo ha dovuto rinunciare a un viaggio con la moglie, con cui è separato da sei mesi, un viaggio in cui sperava di riallacciare i rapporti con lei. Mentre è da solo in casa, sente bussare al balcone. Un uomo infreddolito gli chiede di farlo entrare. È Riccardo, l’amante della signora a fianco. È dovuto scappare sul cornicione perché, a causa della tempesta, il marito è tornato a casa prima del previsto. La signora a fianco, però, è Elis, nuova e giovane moglie venezuelana di Michele, amico e vicino di Alfredo. Alfredo, il giorno prima della Vigilia di Natale si ritroverà a vivere una favola al contrario. Sarà, infatti, costretto a coprire la tresca di Elis ai danni del suo amico Michele, spacciando Riccardo per suo cugino. Dovrà recuperare il rapporto con sua moglie. E dovrà anche fronteggiare Ciro, un rapinatore capitato anch’egli sul suo balcone per scappare dall’appartamento in cui si era introdotto. La bufera inaspettata, insomma, ha sconvolto i piani di tutti i personaggi, che si trovano a vivere una Vigilia di Natale piena di equivoci.
Giovedì 26 ottobre 2023
RICHARD GALLIANO, fisarmonica
Giovedì 2 novembre 2023
ALEXANDER ROMANOVSKY, pianoforte
DAL 3 AL 5 NOVEMBRE 2023
LA FELICITA'
Autore Eric Assous
Con Gianfelice Imparato, Alessandra D’ambrosio
Regia Gianfelice Imparato Assistente Alla Regia Roberto Capasso Scene E Costumi Francesca Garofalo Produzione I Due Della Città Del Sole
SINOSSI
Luisa e Alessandro, non più giovani, dopo il loro primo incontro hanno passato la notte insieme. Al risveglio si trovano ad affrontare le tipiche insicurezze di chi non sa se la loro prima colazione sia l’inizio di un rituale che condivideranno nel tempo o l’epilogo di un incontro casuale. Di questi momenti ne hanno vissuti tanti. Luisa è separata e Alessandro è in attesa di divorzio ed ha anche tre figlie. In un susseguirsi di bugie, colpi di scena e situazioni paradossali, Eric Assous, in questa pièce estremamente divertente, riesce a descrivere perfettamente l’amore dopo gli “anta”: credono ancora che in un rapporto di coppia possono trovare la felicità?
6 NOVEMBRE 2023
EFFETTO TRUFFAUT
Di Nicoletta Della Corte E Valerio Ruiz
Regia Valerio Ruiz
Con Nicoletta Della Corte
Pianoforte Alessandro Gwis NDisegno Luci Leone OrfeoAiuto Regia Francesca Bertocchini Coproduzione Teatro Stabile Di Catania, Teatro Della Toscana,
Tradizione E Turismo – Centro Di Produzione Teatrale – Teatro Sannazaro
A novant’anni dalla nascita di François Truffaut, lo spettacolo teatrale Effetto Truffaut evoca la figura del regista scomparso nel 1984, a soli 52 anni. Il suo cinema è testimonianza di una sensibilità che ha messo al centro dei propri racconti l’infanzia, la figura femminile e l’amore. Nell’arco di una notte, nell’appartamento pieno di disordine nel quale la protagonista si è isolata dal mondo, seguiamo la donna ricostruire il puzzle della sua vicenda sentimentale. Quello con Michele Piergiorgi, pianista di successo, è stato un amore con un andamento tutto suo: dall’iniziale attrazione travolgente, è stato relegato progressivamente alla sfera della virtualità, in un gioco di seduzione, ambiguità, erotismo, provocazioni e malintesi, che lasciava la donna sospesa tra il ricordo della loro passione e la promessa di potersi rivedere. La protagonista è sola, eppure François Truffaut è con lei, vive nella sua immaginazione. Le sue parole e la sua figura risuonano soltanto nel cuore di lei, creando l’illusione che il regista francese sia una presenza vera e propria. Un sogno a occhi aperti che le permette di muoversi parallelamente su diversi piani e registri. Da una parte si rivolge direttamente a François Truffaut in un dialogo immaginario, dall’altra rivive scene del suo recente passato d’amore. Scene dall’atmosfera cinematografica, che sembrano scaturire dal copione di un film che la donna sta offrendo al suo amato regista francese, e che a loro volta sembrano ispirate al cinema di Truffaut, come La signora della porta accanto, Jules e Jim e Adele H. La musica è un elemento narrativo centrale e caratterizzante lo spettacolo.
Giovedì 9 novembre 2023
BEETHOVEN IN VERMONT, spettacolo scritto e diretto da MARIA LETIZIA COMPATANGELO con il TRIO METAMORPHOSI e musiche di LUDWIG VAN BEETHOVEN.
MAURO LOGUERCIO violino ‒ Adolf Busch
FRANCESCO PEPICELLI violoncello ‒ Hermann Busch
ANGELO PEPICELLI pianoforte ‒ Rudolf Serkin
DAL 10 AL 26 NOVEMBRE 2023
IL VEDOVO ALLEGRO
Scritto E Diretto Da Carlo Buccirosso
Con Gino Monteleone, Elvira Zingone, Donatella De Felice
E Altri Attori In Via Di Definizione
E Con Davide Marotta
Produzione Ente Teatro Cronaca E Ag Spettacoli Napoli
Tre anni dopo la fine della pandemia, Cosimo Cannavacciuolo, vedovo ipocondriaco, stabilmente affetto da ansie e paure, inquilino del terzo piano di un antico palazzone situato nel centro di Napoli, persa la sua amata moglie a causa del virus, si ritrova a combattere la solitudine e gli stenti dovuti al fallimento della propria attività di antiquariato, che lo ha costretto a riempirsi casa della merce invenduta del suo negozio, e a dover lottare contro l’ombra incombente della banca concessionaria del mutuo che, a causa dei reiterati mancati pagamenti, minaccia l’esproprio e la confisca del suo appartamento… La vita di Cosimo sarebbe stata molto più vuota e monotona senza la presenza di Salvatore, bizzarro custode del palazzo, e dei suoi due figli Ninuccio e Angelina, il primo in costante combutta con lo stesso, e la seconda votata al matrimonio e alla pulizia del suo appartamento. Ed è anche per fronteggiare le difficoltà economiche del momento che Cosimo ha concesso l’uso di una camera dell’appartamento a Virginia, giovane trasformista di cinema e teatro che gli porta una ventata di spensieratezza che non guasta… Ma la vera angoscia del vedovo antiquario è rappresentata dai coniugi Tomacelli, vicini di casa, depositari di un drammatico segreto che da mesi contribuisce a rendere ancora più complessa la sua quotidiana e strenua lotta per la sopravvivenza! Riuscirà l’inquilino del terzo piano ad uscire dal baratro in cui è piombato ormai da tre anni? Lo scoprirete solo venendo a teatro…
Carlo Buccirosso
DALL' 8 AL 10 DICEMBRE
STASERA PUNTO E A CAPO
Uno spettacolo di Massimiliano Gallo
Con Massimiliano Gallo, Pina Giarmanà, Shalana Santana
e con l’ensemble diretta dal M° Mimmo Napolitano
Contrabasso Davide Costagliola
Sax E Clarinetto Giuseppe Di Colandrea
Percussioni Gianluca Mirra
Violino Fabiana Sirigu
Produzione Teatro Diana, Città Mediterranee – Nuovi Orizzonti
Stasera, Punto e a Capo…
Si mette un punto per ricominciare. Cominciare da capo, riprendere, ma non per forza facendo un passo avanti. Si può ricominciare anche tornando un po’ più indietro. Azzerando, portando a zero, cancellando, annullando quello che di buono non si è fatto. Quello che buono non è. E allora facciamolo: generazioni a confronto! Per capire se questa vita è quella che ci siamo scelti, la migliore soluzione per noi, o quella che ci hanno preparato. Avremmo bisogno di tre vite in verità: una per sbagliare, una per correggere gli errori, una per riassaporare il tutto. Io un po’ la invidio la mia adolescenza, invidio i miei anni ottanta! Gli anni della fiducia, del benessere, della positività. I primi video clip, gli Swatch, la New Wawe, il Commodore 64, il Muro di Berlino, Canale 5, la donna in carriera, il telefono a gettoni, Reagan e Gorbaciov. Vorrei uno spettacolo straordinario, una festa, un motivo per rincontrarsi e ridere di come eravamo, di quello che siamo diventati. Farà bene a quelli della mia generazione e farà bene anche ai millennium, che sorrideranno al pensiero di come vivevano i loro genitori. Sarà uno splendido viaggio, fatto di parole, immagini e canzoni. Voglio dividere con voi le mie emozioni più grandi. Ho un sogno rispetto a questo spettacolo: vorrei stupirvi, lasciarvi a bocca aperta e affidarvi una sensazione di gioia che vi accompagni per giorni.
Mi piacerebbe farvi tornare un po’ bambini, per darvi la possibilità di riscoprire quello che abbiamo perso in questi anni. Siamo migliori di come siamo, e forse lo abbiamo dimenticato… I miei compagni fissi in questo viaggio, saranno come sempre Shalana Santana, Pina Giarmanà e cinque straordinari musicisti. Con loro al mio fianco mi sento al sicuro. Non vedo l’ora di stringervi, non vedo l’ora di buttarvi le braccia al collo…. se ce lo consentiranno, è chiaro. Buio in sala, che la festa cominci!
Massimiliano Gallo
DALL'11 AL 13 DICEMBRE 2023
PACCHIELLO
VENDITORE AMBULANTE DI TARALLI CALDI CALDI E DI GUAI NERI NERI,
Di Pasquale Ferro
Con Roberto Capasso
Regia Roberto Capasso
Drammatizzazione Roberto Ingenito Assistenti Alla Regia Roberto Ingenito E Maria Chiaravalle
Scene Luca Evangelista Costumi Pina Sorrentino Organizzazione Gianni Pinto Ufficio Di Produzione Francesca Buzzurro Produzione Prospet
Pacchiello, venditore ambulante di taralli caldi caldi e di guai neri neri, monologo di drammaturgia napoletana contemporanea, tratto dal romanzo ‘’Mercanti di anime e di usura’’ di P. Ferro. Pacchiello è un uomo senza pudore, divorato dall’ambizione, privo di coscienza, impazzito a causa del vile denaro con un desiderio assoluto della lordura della propria esistenza, un Riccardo III neomelodico trasportato in una Napoli ubriaca senza veli, un uomo ossessionato dal potere, dal suo antico benessere e che oggi vive di ricordi del passato vendendo taralli alla stazione centrale di Napoli. La pièce parte da una favola, si snoda tra grovigli di sgradevoli situazioni in cui troneggia la figura dell’antieroe per eccellenza; quello strozzino che in nome del Dio Denaro piega tutti al suo volere. Un racconto a ritroso dal momento della caduta al momento dell’ascesa per poi cadere definitivamente sconfitto da sé stesso. Lo spettacolo debutta nel 2005 al ‘San Giorgio Teatro Festival’ per poi essere presente nella stagione teatrale 2016-2017 del Teatro Elicantropo di Napoli, inoltre prende parte a varie rassegne teatrali campane fino a vincere nel 2019 la 5°Edizione del Festival Monodrama Monologue Dramatique in Sala Consilina.
Giovedì 14 dicembre 2023
JAVIER COMESANA, violino
MATTEO GIULIANI DIEZ, pianoforte
DAL 15 AL 17 DICEMBRE 2023
I DUELLANTI
Dal racconto di Joseph Conrad
Scritto da Francesco Niccolini
Con Carlo Di Maro e Antonio Turco
Regia Mario Gelardi Produzione Solot, Compagnia Stabile di Benevento in collaborazione con Nuovo Teatro Sanità
Cambiano le armi, la Storia va a rotoli, ma tutto converge in quel singolo spillo d’odio; anche quando il motivo del duello è nella nebbia, dimenticato, il duello è superiore a ogni altra cosa, è l’irragionevole ragione dominante, non c’è altro, nella vita, che il duello, tarlo mentale, danza mortale, rito infinito. Cedere alla tentazione del duello significa morire. I duellanti racconta il conflitto lungo una vita tra due militari Gabriel Feraud e Armand D’Hubert che sfidatisi inizialmente per un futile motivo, continuano a farlo in ogni occasione che la vita li pone uno di fronte all’altro. L’opera si incentra interamente sul conflitto tra le due figure, l’una l’opposto dell’altra. D’Hubert è un uomo sostanzialmente razionale, “privo di immaginazione che aiuta al ragionamento”, pacato, serio e ligio al dovere; Feraud è descritto come una bestia sanguigna che ama la violenza in tutte le sue forme e che comprende esclusivamente la forza come ragion d’essere, come istituzione stessa della vita. Una figura rappresenta la violenza mentre l’altra il buon senso. La tenacia ossessiva con cui Feraud costringe D’Hubert a battersi sembra trascendere la ragionevolezza per meglio rimarcare, appunto, il fatto che gli eventi drammatici della vita siano dolorosi e privi di alcun senso, di alcuna giustificazione.
Ogni qual volta che D’Hubert sembra al sicuro, ecco che Feraud lo insegue, proponendogli l’eterna sfida mortale. Il fatto stesso che D’Hubert viva con Feraud alle costole è il sintomo stesso della vita che si sforza per essere indipendente dalla sfortuna e che, proprio per questo, finisce ancora più legata ai rivolgimenti della sorte. In questo adattamento di Francesco Niccolini, i due attori che interpretano i duellanti, danno voce a tutte le figure del racconto di Conrad, disegnando un mondo passato che è il riflesso dell’eterno
DAL 26 DICEMBRE AL 14 GENNAIO 2024
LA FESTA DI MONTEVERGINE
Tre atti con musiche di Raffaele Viviani
Regia di Lara Sansone
Assistente alla regia Mario Aterrano
Musiche elaborate da Paolo Rescigno Studio 52
Scene Retroscena srl
Coreografie Alessandro Di Napoli
Costumi Luisa Gorgi Marchese
Trucco e parrucco Ciro Florio
Disegno luci Luigi Della Monica
Produzione Tradizione e Turismo – Centro di Produzione Teatrale – Teatro Sannazaro
Festa di Montevergine, spettacolo corale, capace di fondere sacro e profano, risate e commozione come pochi testi, ritorna a distanza di dieci anni dalla nostra fortunatissima edizione.
In origine pensai ad un allestimento diverso, particolare, che potesse riguardare e coinvolgere la struttura tutta in un percorso da vivere in modo totale… ed allora, pensando a nonna Luisa a distanza di dieci anni il Teatro Sannazaro diventerà ancora La Festa di Montevergine.
Lara Sansone
Giovedì 18 gennaio 2024
TRIO JEAN PAUL
Integrale Trii di Brahms, Mendelssohn e Schumann (secondo concerto)
DAL 2 AL 4 FEBBRAIO 2024
LA LEZIONE
Di Eugène Ionesco
Con Nando Paone, Daniela Giovannetti, Valeria Almerighi
Regia Antonio Calenda
Aiuto regia Alessandro Murro
Scena e costumi Bruno Buonincontri
Musiche Germano Mazzocche
Disegno luci Luigi Della Monica
Coproduzione Tradizione E Turismo – Centro Di Produzione Teatrale – Teatro Sannazaro, Teatro Stabile Del Friuli Venezia Giulia E Accademia Perduta Romagna Teatri
Note di regia
Grande è la forza anticipatrice, presaga, del teatro dell’Assurdo. lonesco, che ne è il creatore, delinea con i suoi testi, un affresco della contemporaneità. Un mondo che, appena uscito dalla Seconda Guerra mondiale, appariva come alienato e decomposto. Una delle opere più rappresentative della produzione di Eugène lonesco è La lezione. Con il suo nonsense, attraverso una comicità paradossale, il drammaturgo mette in scena l’irrazionalità della condizione umana e l’angoscia che opprime le esistenze. In quest’opera vi è un dialogo a due principale. Tra professore e allieva si instaura un rapporto amichevole, con un continuo scambio di gentilezze e leziosità. Comincia l’interrogazione, il professore pone alla ragazza domande di una banalità disarmante e rimane esterrefatto nel constatare come l’allieva sappia rispondere correttamente. È a questo punto che si accentua il risvolto metafisico del teatro ioneschiano.
La situazione muta e l’animo dell’insegnante comincia a scaldarsi. L’iniziale reverenza lascia spazio a moti di rabbia, che aumentano finché l’irrazionalità prende il sopravvento. Ribaltando i piani – per estensione – ciò che è irragionevole e assurdo nella condizione umana, si esplica in questa forma drammaturgica attraverso l’abbandono di mezzi espressivi logici e razionali. Lo stesso lonesco definì la sua Leçon un “dramma comico”, dove paradossi e ripetizioni portano a una totale distorsione della verità. Lui, che prediligeva materie di studio come la matematica e la filologia (fondate sul caposaldo della precisione di procedimento), proprio dalla filologia e dall’amore per il Logos – la ricerca del significato autentico e originale – passa a mistificare il Verbo. A porlo invertito, contrario. La deformazione del linguaggio e delle psicologie dei personaggi, sono la più rarefatta metafora della sterilità degli individui; che si muovono come fantasmi grotteschi e, talvolta, sono colmi di umorismo malinconico. Il rovesciamento delle situazioni riflette senz’altro l’ipocrisia dei rapporti sociali e delle convenzioni all’interno della società. Infine, la circolarità dello spettacolo, che termina nello stesso modo in cui è iniziato, lascia intravedere l’impossibilità del cambiamento. È bene ricordare che La Lezione è stata scritta nel 1951. Ionesco aveva assistito ai drammi delle due Guerre mondiali. La nascita e la diffusione di quel teatro inscrivibile sotto il nome di “Assurdo” è ben comprensibile. Soltanto le atrocità della guerra possono far comprendere il nonsenso, il paradossale e l’illogico che contraddistinguono il genere umano. Il suo teatro allude, profetico, all’attualità disarmante che ci circonda. Crediamo che lonesco meriti la Renaissance che si sta profilando sui palcoscenici di tutta Europa e alla quale il nostro spettacolo vuole contribuire. Il ruolo del professore sarà interpretato da un attore dalla comicità rarefatta e surreale come Nando Paone. Il ruolo dell’allieva da Daniela Giovanetti e il ruolo della cameriera da Valeria Almerighi.
LA RAGIONE DEGLI ALTRI
Di Luigi Pirandello
Con Anna Bocchino, Viola Forestiero, Ettore Nigro,
Regia Piccola città teatro
Produzione Piccola città teatro
Giovedì 8 febbraio 2024
YING – LI, pianoforte
DAL 9 ALL'11 FEBBRAIO 2024
QUESTIONE DI FAMIGLIA
Di Carmen Di Marzo
Con Luigi Diberti, Ivan Castiglione, Carmen Di Marzo, Adriano Pantaleo
Regia Giuseppe Miale Di Mauro Produzione Gekon Productions
Questione di famiglia è una storia familiare, una storia criminale. Un noir che affonda le sue radici nell’incapacità di amare e nelle problematiche profonde che la ricchezza senza argini scatena. Una famiglia in cui un padre di enorme successo, ha costruito un vero impero grazie alla sua spregiudicatezza e al suo acuto ingegno, lasciando però i suoi figli nella più totale insicurezza e inettitudine. La grande mancanza d’amore e la rabbia verso un padre troppo ingombrante e ormai anziano spingono rabbiosamente tre fratelli a progettarne l’omicidio per riscuotere l’ambita eredità che risolverebbe tutti i loro problemi. Un contesto familiare avvelenato, in cui le ferite irrisolte generano mostri inconsapevoli e in cui la vendetta si chiama libertà.
12 FEBBRAIO 2024
GELTRUDE
Di Fortunato Calvino
Con Francesco Barra, Elena Fattorusso, Francesca Morgante
Regia Stefano Ariota Produzione M&N’S
Geltrude è una storia senza fine, una tragedia che come un filo, dapprima si dipana sviscerando i segmenti di una evidente solitudine che spinge la protagonista a rifiutare il mondo a cui sembra appartenere, per poi rinnovarsi su se stesso un intrigo di segreti appena accennati e che permettono la nascita di immagini e ricordi che appaiono come figure reali e non come proiezione dell’inconscio, fino a ricondurre la storia stessa al punto di partenza e pronta a ricominciare come un replay infinito. Geltrude è l’autrice di se, del mondo che perennemente la circonda, tesse tele in cui restano invischiati i suoi stessi ricordi e le sue paure, da’ voce a personaggi “veri” e “fantastici”, costruisce per se e per gli altri storie verosimili attorniandosi di una moltitudine apparente. Da vita alla sorella Anna, polo dialettico, eterno contrario con cui dialogare, voce di dentro che le permette di esternare, senza farli propri, i dubbi, senza esitare a cancellare la presenza nel momento in cui Anna diventa eccessiva nel giudizio e sembra di prendere troppo spazio nell’intimo mondo di Geltrude.
Giovedì 15 febbraio 2024
ENSEMBLE ARS LUDI
I due leoni
Antonio Caggiano, Gianluca Ruggeri, Rodolfo Rossi, percussioni
Giovedì 22 febbraio 2024
ALEXANDER LONQUICH, pianoforte
DAL 16 AL 25 FEBBRAIO 2024
METTICI LA MANO
Di Maurizio De Giovanni
Con Antonio Milo, Adriano Falivene, Elisabetta Mirra
Regia Alessandro D’alatri
Musiche originali Marco Zurzolo
Primavera del 1943, Napoli.
Una tarda mattinata di sole viene squarciata dalle sirene: arrivano gli aerei alleati e il pericolo di un nuovo e devastante bombardamento. La scena è uno scantinato che fa da rifugio improvvisato. In un angolo del locale una Statua della Madonna Immacolata, miracolosa-mente scampata alla distruzione di una chiesa. È qui che si ritrova una strana compagnia, riunita dalla necessità di riparo: Bambinella, un femminiello che sopravvive esercitando la prostituzione e che conosce tutto di tutti, e il Brigadiere Raffaele Maione, che ha appena arrestato Melina, una ventenne che ha appena sgozzato nel sonno il Marchese di Roccafusca, di cui la ragazza era la cameriera. Mentre fuori la porta le voci della gente si trasformano in un pauroso silenzio e poi nel progressivo avvicinarsi del fragore delle bombe, il dialogo tra i tre occupanti del rifugio si fa sempre più profondo e serrato, con una serie di riflessioni sulla vita, la morte, la giustizia, la fede, ma anche la fame e l’arroganza del potere. Mentre apprendiamo cosa sia realmente accaduto nel palazzo di Roccafusca e perché, Bambinella si trasformerà in un avvocato difensore e Maione nell’accusa di un processo che vedrà nella statua di gesso un giudice silenzioso ma accorato.
Maurizio De Giovanni
DAL 1A L 3 MARZO 2024
COME TU MI VUOI
Di Luigi Pirandello
Con Lucia Lavia, Francesco Biscione, Alessandra Pacifico, Paride Cicirello, Nicola Costa, Alessandro Balletta, Alessandra Costanzo, Bruno Torrisi, Pierluigi Corallo, Isabella Giacobbe
Regia di Luca De Fusco
Adattamento Gianni Garrera e Luca De Fusco
Scene e costumi Marta Crisolini Malatesta Luci Gigi Saccomandi Musiche Ran Bagno
Movimenti coreografici Noa e Rina Wertheim-Vertigo Dance Company Proiezioni Alessandro Papa
Produzione Teatro Stabile di Catania, Teatro della Toscana Teatro Nazionale, Tradizione e Turismo srl – Centro di Produzione Teatrale – Teatro Sannazaro
Un capolavoro della maturità di Pirandello, forse in assoluto il meno frequentato, scelto da un regista come Luca De Fusco che ha invece molto frequentato l’autore siciliano e che decide di portarlo ora in scena con una delle stelle nascenti del panorama attoriale italiano, Lucia Lavia, certamente all’altezza della grande interpretazione che pretende un testo tanto aspro, ostico e misterioso.
Con Come tu mi vuoi De Fusco prosegue nella sua ricerca su Pirandello, ma lo fa – tra l’altro da direttore del Teatro Stabile di Catania – con l’intenzione di inaugurare un preciso progetto volto a illuminare le aree meno consuete del repertorio pirandelliano. E come già con Così è (se vi pare) si allontana da ogni connotazione caricaturale dei personaggi per lasciare avanzare atmosfere quasi cinematografiche, da noir anni ’40, e sottolineare la drammatica, solitaria chiusura di tutti i personaggi, a cominciare proprio dall’Ignota, con la sua ricerca sull’identità personale.
In una scenografia ispirata alla galleria degli specchi de La signora di Shangai di Orson Welles, i frammenti del proprio riflesso rimanderanno alla protagonista l’inquietudine fondamentale del suo personaggio: rivedersi le richiamerà all’incubo di non conoscersi. Così De Fusco proseguirà la sua storica collaborazione con la scenografa Marta Crinolini Malatesta e anche con Gigi Saccomandi, che userà le luci proprio come ritagli di inquadrature cinematografiche, anch’esse al servizio di un Pirandello cupo e carico di esistenzialismo, più che mai vicino al nostro tempo.
DAL 4 AL 6 MARZO 2024
IL BARBIERE DI SIVIGLIA
Da Pierre De Beaumarchais e Gioacchino Rossini
Progetto e regia Gianmarco Cesario Arrangiamenti musicali Mariano Bellopede Produzione I due della città del sole
Il progetto POPERA nasce con l’intento di avvicinare i giovani all’opera lirica, attraverso un’attualizzazione dei testi e delle musiche, queste ultime, per l’occasione, riarrangiate appositamente in chiave pop. Gli spettacoli che faranno parte di questo progetto saranno concepiti con uno studio dei testi d’origine che hanno ispirato i librettisti, i quali hanno fornito, a loro volta, il supporto testuale ai grandi musicisti che hanno composto quelle che sono, senza dubbio, i capolavori del melodramma. Scene, costumi, ed interpretazioni, saranno realizzati in perfetta sintonia con il concept, con la finalità di offrire un primo approccio alle nuove generazioni di un’arte che spesso rischia di risultare troppo lontana dal loro mondo visivo ed uditivo. Il 13 novembre 2023 si celebreranno i 155 anni dalla morte di Gioacchino Rossini, uno dei più importanti musicisti italiani, autore, tra l’altro, di immortali melodrammi ed indimenticabili opere buffe, tra le quali spicca, senza dubbio, “IL Barbiere di Siviglia”, che, con l’iniziale titolo di “Almaviva, o sia l’inutile precauzione” debuttava al Teatro Argentina di Roma il 20 febbraio 1816. Il libretto, scritto da Cesare Sterbini, si ispira piuttosto fedelmente all’opera originale di Pierre de Beaumarchais, dalla quale era già stato tratto un’altra opera buffa di Giovanni Paesiello su libretto di Giuseppe Petrosellini, e, dopo un breve conflitto fra le due opere, nel quale pareva dovesse avere la meglio l’opera di Paesiello, quella di Rossini riuscì a surclassarla, diventando una delle opere più rappresentate al mondo, ed il suo successo ancora oggi, dopo oltre due secoli, resta immutato. Il progetto POPERA debutta proprio con quest’opera. Il testo, rielaborando il libretto originale attraverso la contaminazione con il copione di Beaumarchais, evidenzia la grande vis comica del plot originale, i cui personaggi, ed i rocamboleschi intrecci, rivelano un’inequivocabile matrice della commedia dell’arte. Le note romanze che caratterizzano l’opera saranno riarrangiate in chiave moderna, in suoni che vanno dal rock (“Largo al factotum”), la musica cantautorale (“Se il mio nome”), il pop elettronico (“Io son docile”) fino al rap (“La calunnia”), in una multicolore esplosione di suoni che intende coinvolgere ed appassionare il pubblico di neofiti e divertire quello degli appassionati.
Giovedì 14 marzo 2024
ANIELLO DESIDERIO, chitarra
DALL' 8 AL 17 MARZO 2024
LE 5 ROSE DI JENNIFER
Di Annibale Ruccello
Con Geppy Gleijeses e Lorenzo Gleijeses
Regia Geppy Gleijeses
Voce della radio Nunzia Schiano Voce di Sonia Gino Curcione Voce di Annunziata Mimmo Mignemi Voce del giornale radio Myriam Lattanzio
Scene Paolo Calafiore Costumi Ludovica Pagano Leonetti Light designer Luigi Ascione
Colonna sonora a cura di Matteo D’amico Aiuto regia Roberta Lucca Trucchi Cris Baron Parrucche Francesco Pogoretti Produzione Gitiesse Artisti Riuniti
NOTE DI REGIA
Mettendo in scena una commedia che ha per protagonisti due travestiti, credo si debba fare una riflessione a monte molto chiara e approfondita. Spesso soffermandoci ad analizzare parole che normalmente pronunciamo senza pensare, possiamo aprire squarci illuminanti sul loro significato. “Travestito” è una parola molto precisa ed indica, come sostantivo, “l’omosessuale maschile che si veste da donna e talvolta si prostituisce” e come aggettivo o participio passato del verbo “travestire” colui che nasconde la propria vera natura assumendo idee e atteggiamenti profondamente diversi dai propri”. Ecco che l’essere attore come l’avere assunto o finto l’identità femminile implica un processo già avvenuto di “travestimento” morale e fisico. Il travestito, ne ho frequentati tanti e negli anni in cui Annibale scrisse “Jennifer” sono stato amico di alcuni, recita la condizione femminile in ogni senso, comportamentale e fisico, è una creatura di confine, “figura deportata” come definisce Ruccello i suoi personaggi, non è un transessuale, non ha fatto il grande salto, vive la sua condizione generalmente in modo doloroso e comunque iperbolico, toccando gli estremi della depressione e dell’euforia, creatura meravigliosa, fragile, delicatissima, a volte violenta ma sempre emarginata. Come Pulcinella non è né bianco, né nero e viene rifiutato dai bianchi perché mezzo nero e dai neri perché mezzo bianco, il travestito non è un uomo, né donna ma una creatura preziosa, un’anima ermafrodita. Dobbiamo quindi considerare che, evitando la “maniera” (anche se Ruccello invita nelle note a mantenere una cantilena napoletana) e naturalmente il macchiettismo, interpretiamo personaggi sovente debordanti che già interpretano a loro volta un ruolo e una condizione. E quindi si deve essere attentissimi a non raddoppiare il travestimento e quindi l’interpretazione. Abbiamo scelto quindi un connotato di base assai realistico; la casa, le piccole cose che ci circondano, i feticci, la colonna sonora, i cibi che cuciniamo, gli odori che sentiamo. Su questa base Jennifer e Anna, dopo che abbiamo tentato di dare a loro verità e dignità, ci hanno portato nell’universo di Annibale Ruccello che dalla meraviglia di un’orrida quotidianità ti proietta in una condizione espressionista di grande disperazione, inframezzato da pochi attimi di euforia. Come voleva Annibale il processo interpretativo di questo caso, non deve essere lo straniamento, non è l’attore che scherza su Jennifer, è Jennifer che guarda se stessa. Un gioco molto più complesso, più sfumato di rapporti. E alla fine del nostro spettacolo, davanti alla sua “toletta” struccandosi, Jennifer si spoglia dalla sua condizione di travestito (e l’attore che la interpreta nello stesso istante si stacca da lei) ma per lei non c’è vita oltre quel distacco poiché, e questa è la profonda differenza, quella sua finzione è la sua verità, l’unica possibile. C’è ancora tanto da dire su Ruccello, perché aldilà di alcune lucide analisi, ancora l’emozione fa velo sull’approfondimento della vera natura di questo grande autore. Di lui si deve dire però che tra i contemporanei di caratura importante, quasi tutti napoletani, egli aveva questo senso straordinario della composizione drammaturgica, più che della brillantezza del linguaggio, della “crastola” linguistica abbagliante (che pure aveva in larga misura). Annibale possedeva questo dono singolare di costruire delle strutture perfette di commedia e di dramma, delle storie circolari e complete in cui riusciva a calarci con la sapienza di un talento folgorante per un ragazzo di venticinque anni. Annibale è morto a trent’anni, oggi avremmo la stessa età. Il rimpianto, la stima, il dolore e lo stupore per una sorte così assurda non si sono attenuati in questi anni e non svaniranno mai.
DAL 18 AL 20 MARZO 2024
IL NOBILE GUARDAPORTE
Di Roberto Del Gaudio
Con Antonio De Rosa
Regia Maria Verde Produzione Artistik@labmente
Note dell’autore
Il Guardaporte Spinelli, un uomo “fuori tempo massimo”: un esponente della antica nobiltà napoletana, caduto in disgrazia, costretto a vendere appartamento per appartamento l’ultimo palazzo di famiglia, laddove però resiste ritagliandosi il ruolo di portiere, appunto di “guardaporte”. Posizione, quella della guardiola, che, seppure indice di una sconfitta personale e di una debacle storica irreversibile, gli consente di guardare le porte dei condomini come se fossero trasparenti, e di analizzare dunque una umanità persa nel quotidiano piccolo borghese vizio di essere al mondo per nulla. Né Religione, né Arte, nessun anelito metafisico sembrano pervadere le esistenze di questo nucleo bizzarro di persone, che Spinelli racconta con colta ironia, con raccapriccio, con umanità. Il condominio come metafora del mondo, delle comunità di oggi, della vita sociale stessa, con le sue situazioni drammatiche, comiche, assurde, ridicole, poetiche. L’amore, la cultura, il sapere, poi, quali ultimi disperati trampolini di lancio verso la perduta Bellezza, verso la dimensione di nobiltà smarrita, ritrovata nel suo sognante rapporto con Fiammetta, clavicembalista che riempie il suo cuore, il palazzo e la scena della musica dei grandi Maestri del passato: un tappeto fatato del tempo destinato a decadere verso le derive della modernità mercificata. Che ne sarà del Guardaporte , che ne sarà di Fiammetta, del loro amore inconfessato? Che ne sarà del rumore di sottofondo dei condomini, il rumore monotono e scialbo degli uomini della nostra epoca? La risposta, almeno in teatro, è ancora nel solito motto: “Chi è di scena!”
DAL 5 AL 21 APRILE 2024
CAFE' CHANTANT
Di e con Lara Sansone
Con Lucio Pierri, Massimo Peluso, Mario Aterrano
E con il Balletto e l’orchestra del Cafè Chantant
Musiche e direzione d’orchestra Ettore Gatta
Coreografie Alessandro Di Napoli Costumi Romeo Gigli Produzione Tradizione E Turismo – Centro Di Produzione Teatrale – Teatro Sannazaro
Note di regia
Mitico tempio del varietà napoletano che ha cavalcato la storia fino ad arrivare ai nostri giorni, ammantandosi di un’aneddotica ai limiti del favolistico, il Café Chantant non è solo una grande festa spettacolo. Il Café Chantant è un “modo” di fare teatro, di giocare con gli stereotipi, con le citazioni, con le dissacrazioni, con i ricordi. Una successione imprevedibile e mai uguale di performance di teatro, musica, danza e cabaret avvolge una platea fatta non più di belle poltrone messe in ordinata fila, ma di tavoli! Il pubblico viene coinvolto in una incredibile macchina teatrale totale. Un’antica tradizione rinnovata ogni anno in forme sempre diverse e al passo con i tempi. Perché l’originario Café Chantant della Belle Époque, simbolo della vita spensierata, non parlava mai al passato, ma sempre al presente e al futuro. Non potevamo esimerci dal mettere in programma il nostro amatissimo format che è diventato un vero e proprio cult delle feste natalizie.
Il Sannazaro diventerà ancora un luogo dell’arte e dell’anima dove lo spettatore è totalmente al centro dell’azione scenica e diventa protagonista consapevole ed inconsapevole di una grande festa del teatro. Il nostro spettacolo, nato oltre venti anni or sono è da considerarsi un autentico format teatrale.
Reinventiamo e reiteriamo azioni sceniche antiche e modernissime allo stesso tempo. Senza una apparente logica, l’unico fil rouge è l’operazione stessa, completamente pensata per il pubblico.
Giovedì 11 aprile 2024
IAN BOSTRIDGE, tenore
CAPPELLA NEAPOLITANA
ANTONIO FLORIO, direttore
Giovedì 18 aprile 2024
ENSEMBLE BAROCCO DI NAPOLI
DAL 26 AL 28 APRILE 2024
E.G.O. ovvero l'arte di essere felici
Scritto Da Riccardo Pechini E Mariano Lamberti
Con Lorenzo Balducci
Regia Mariano Lamberti Musiche Andrea Albanese
Disegno Luci Emilio Barone Produzione Teatro Segreto
Dopo il notevole riscontro di pubblico di Allegro non troppo (sold out in quasi 30 città) e la consacrazione col successivo Fake (spettacolo di Natale all’Off Off Theatre di Roma), torna Lorenzo Balducci per chiudere un’ideale trilogia di spettacoli che, pur utilizzando il classico registro graffiante e provocatorio della stand up comedy, hanno sempre trattato temi impegnativi e di rilevanza socioculturale. E.G.O. L’arte di essere felici, non fa eccezione, anzi, affronta un argomento ancora più scomodo. Il mistero più grande e affascinante che accomuna da sempre l’intero genere umano: la morte. E.G.O. è infatti l’acronimo di Extreme Game Over. Date le premesse, può sembrare azzardato che il titolo comprenda anche la parola felicità, eppure è proprio su questo paradosso che lo spettacolo vuole riflettere. Poiché rimuovere la finitezza della nostra esistenza ci porta in definitiva a condurre vite infelici. Prendendo spunto dalla celebre frase di Ungaretti “Spero che la morte mi colga vivo”, E.G.O. passa in rassegna le tragicomiche strategie con le quali rifuggiamo dal pensiero della nostra dipartita (che non si declina solo come paura della morte fisica ma anche freudianamente come paura del cambiamento, dell’invecchiamento, della solitudine e dell’abbandono). Ed ecco allora le nuove frontiere della chirurgia estetica.
DAL 3 AL 12 MAGGIO 2024
PIERINO E IL LUPO
Fiaba musicale per voce recitante e orchestra di Sergei Prokofiev
Con Peppe Barra
Elaborazione per ottetto di Giorgio Mellone
Con Ensemble Spaccanota Produzione Tradizione E Turismo – Centro Di Produzione Teatrale – Teatro Sannazaro
Ag Spettacoli Ensemble Spaccanota
Flauto – Marco Salvio Violino – Armand Priftuli Clarinetto – Gaetano Falzarano Viola – Pino Navelli Fagotto – Fabio Marone Violoncello – Aurelio Bertucci
Percussioni – Pasquale Benincasa Contrabbasso – Gianluigi Pennino
Pierino e il Lupo, per voce recitante e orchestra op. 67, è una fiaba musicale per bambini che Sergei Prokofiev compose su proprio testo nel 1936, quasi a voler evadere, con un geniale gioco, dalle violente problematiche che imperversavano allora in Unione Sovietica sul ruolo e le funzioni della musica. Essa narra la storia di un bimbo, Pierino, che con l’aiuto di un uccellino cattura un temibile lupo. La fiaba ha lo scopo non solo di divertire, ma anche di esercitare i ragazzi a riconoscere, attraverso il racconto, i vari strumenti dell’orchestra; infatti, ciascun personaggio è rappresentato da un differente strumento e ha un suo tema conduttore. Una voce recitante narra la fiaba mentre la musica di Prokofiev commenta ogni scena illustrando il carattere, i sentimenti e descrivendo le azioni di ciascun personaggio.
17/18 MAGGIO 2024
UN DONNA SOLA
Di Dario Fo e Franca Rame
Con Rosalia Porcaro
Regia Enrico Maria Lamanna
Produzione Teatro Parioli e Tradizione e Turismo Centro di produzione teatrale Teatro Sannazaro
Una dimensione tutta femminile, una donna sola, una donna chiusa in una casa, un computer: la sua fuga, una vicina impicciona, un marito assente, un cognato convivente bloccato su una sedia a rotelle per un incidente, suoni di Skype, PC che richiedono assistenza, voci metalliche, porte e telefoni che parlano, un vicino guardone e fucili ad alta precisione… follia che esplode, donna quasi violata… un’altalena scende ed eccola la donna sola diventata lei, Franca, vittima di uno stupro, racconta la sua esperienza, il suo dolore… l’altalena dondola, libera Franca e le fa riconquistare la fiducia… ma per poco… il dondolo resta solo e Franca si allontana… si li denuncerà domani! Buio.